#04 - Citazioni




Riflessioni sulla visualità urbana di Martina Franca


A Martina le piazze, i piccoli slarghi o slabbrature del tessuto urbano, i vicoli, le strettoie così fortemente irregolari, caratterizzati dalla costante assenza di marciapiedi, definiscono una catena di episodi plastici autonomi dal punto di vista spaziale.
Questo sviluppo, a volte sinusoidale, determina l’individuazione di episodi spaziali architettonicamente "risolti", definiti verticalmente dalle cortine edilizie che vi si fronteggiano e orizzontalmente dal basolato, e separati tra loro da flessi, spigoli di edifici, pieghe delle strade oltre ad elementi che infrangono la strada determinando effetti plastici con sporgenze, vuoti e aggiunte abbellenti. In definitiva «lo spazio della città ovoidale, a causa dello straordinario reticolo di pianta (circa centosessanta vicoli ciechi) delimitato dal selciato netto e levigato e senza marciapiede, pare un corridoio interno di un solo edificio monolitico. Porte e finestre fan pensare alle scure pitture astratte della scuola newyorkese, appese ai muri di un museo. Infatti, a differenza di Lecce con le sue facciate brune e crostose, Martina Franca è una città barocca bagnata nel bianco».

Oronzo Brunetti, Gabriele Rossi e Massimo Leserri, Martina Franca nel Settecento. Strutture architettoniche e immagini urbane : EDIFIR, 2012, p. 128


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