La storia del capasone è strettamente legata alla storia enogastronomica
della Puglia. L’antenato delle botti era utilizzato in passato come grosso
orcio capace di contenere fino a 250 litri di vino o di olio. Già l’etimologia del nome, che deriva
dal dialetto martinese Capès(e) ovvero il più capace, rimanda ad un’idea di prosperità
e abbondanza dei prodotti tipici della terra pugliese di cui ne è simbolo.
Caduto in disuso con la nascita delle cantine sociali e l’introduzione
della botte, il capasone è divenuto ornamento da esterni per campagne e masserie,
immancabile nel paesaggio rurale della Valle d’Itria, simbolo di appartenenza alla
terra natia e legame con l’artigianato tradizionale e la lavorazione locale dei
frutti della terra.
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