Il leggendario assedio dei cappelletti - Martina Franca
Secondo la leggenda i fatti si sarebbero
verificati durante la guerra di Lautrec (1528-1529), quando il Regno di Napoli, posseduto da Carlo V, era rivendicato dalla corona francese. La Francia aveva
assoldato dei temibili soldati mercenari di origine balcanica, detti
cappelletti, che avevano già saccheggiato Monopoli e Noci e si dirigevano verso
Martina. I cappelletti erano intenzionati ad espugnare la città e per questo
rifiutarono il denaro offerto da Martina. Così, circa tremila terribili soldati
capitanati da Fabrizio Marramaldo stanziavano il quartiere generale nel convento
della chiesa di Sant’Antonio da Padova e issavano la bandiera sul campanile.
Martina si chiuse dentro le mura e i rintocchi forti della campane e la voce
squillante del banditore annunciavano la catastrofe. Di fronte agli eventi, Patracone IV Caracciolo, duca di Martina, scappò verso Taranto, lasciando la
città al suo triste destino, mentre il popolo iniziò a difendersi con fervore
buttando dall’alto delle mura cenere, olio bollente, sassi, cassette con sciami
di api, ecc. Dopo diversi giorni di assedio, quando il popolo era ormai
stremato, il sindaco Fanelli si recò dall’arciprete Don Bernardo Angelini, per
invocare l’aiuto del santo patrono. L’arciprete, allora, prese le chiavi delle
porte della città e le pose nelle mani della statua di san Martino, collocata
sull’altare maggiore della chiesa di San Martino. Si racconta che sulle mura
della città comparve una numerosa cavalleria con armi e vesti bianche incitata
da un ardito comandante; era San Martino, accorso per salvare la sua città,
seguito da Sant’Antonio da Padova. I cappelletti terrorizzati scapparono via e
la città fu salva. Era il 16 giugno 1529. In ricordo di questo miracolo, sull’arco di Santo Stefano fu collocata la statua di San Martino.
G.Liuzzi, Martina si oppone a Fabrizio Marramaldo e inventa l'assedio dei cappelletti, in "Umanesimo della Pietra", Martina Franca, Edizioni Pugliesi, 1991
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